mercoledì 18 marzo 2009

comunicato stampa

LABORATORIO SOCIALE TANA LIBERI TUTTI

SOTTO CUSTODIA CAUTELARE DA 4 MESI PER UNA ‘CANNA’
SIMONE: UNA STORIA DI PREGIUDIZIO SOCIALE E REPRESSIONE.
IL RAGAZZO, 17ENNE INCENSURATO,IN ATTESA ANCORA DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO, È SOTTOPOSTO A MISURE CAUTELARI DA 4 MESI.
L’AVVOCATO: "E’ UN CASO GRAVISSIMO DI ABUSO DELLE MISURE CAUTELARI E DI PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ PERSONALE"
GLI AMICI: "DOPO LE ASSURDE MISURE CAUTELARI ORA LO SOTTOPONGONO A PERIZIA PSICHIATRICA. TUTTO QUESTO PERCHÉ FREQUENTA AMBIENTI DI SINISTRA, NON GRADITI AL PADRE E AGLI ASSISTENTI SOCIALI.".
Roma 26/02/09
Ancora una storia di condanna sociale ai danni di un minore, fatta a partire da preconcetti sociali e culturali. È la storia di Simone, un ragazzo romano di 17 anni, studente, incensurato, un’intelligenza vivace e una grande passione per la musica. Il ragazzo, che fino all’8 ottobre scorso viveva della Capitale, si trova ora sottoposto a misure cautelari in una comunità per minori in provincia di Catanzaro.
Ma gli oltre 600 km che separano Roma da Catanzaro non sono nulla rispetto alla distanza che corre tra la giustizia e la legge.
Tutto comincia il giorno in cui Simone, all’uscita della stazione Monte Mario, viene fermato da due carabinieri in borghese che lo accusano di aver ceduto una ‘canna’ a una persona: e dunque di spaccio. In tasca ha un pezzetto di fumo per una quantità di principio attivo pari a 0,368 mg: nemmeno due ‘spinelli’. Una quantità tollerata come consumo personale anche dalla vigente, ed estremamente punitiva, legge Fini- Giovanardi. E’ tutto, perché l’immediata perquisizione nell’abitazione del padre e della compagna, presente al momento dell’arresto, ha esito negativo. Nonostante questo Simone viene immediatamente portato presso il CPA (Centro di prima accoglienza) Virginia Agnelli. Qui, certo che così facendo la storia si possa chiudere velocemente, firma l’accusa a suo carico: detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale.
"In ogni caso – dice l’avvocato Francesco Romeo che segue il caso - data la quantità irrisoria e il fatto che Simone è minorenne ed incensurato la prassi comunemente adottata in processi di questo tipo per i minori, sarebbe quella di chiudere il caso senza alcuna conseguenza, con la formula giuridica della ‘irrilevanza penale del fatto’".
Così non è per Simone che per la giustizia e la mentalità degli assistenti sociali porta impresso un marchio negativo. La sua colpa è, infatti, quella di aver perso la madre da bambino e di avere un padre inidoneo a crescerlo e dal quale in passato lui stesso ha chiesto di essere allontanato.
Il suo ‘marchio’, in sostanza, deriva dall’essere stato, per questa situazione familiare, affidato ai servizi sociali … per sua stessa richiesta!
Ma nonostante questa situazione, non si sa con quale assurdo criterio, dopo qualche giorno, viene mandato proprio presso la casa del padre, con l’obbligo di rimanervi dalle 19 alle 7. La convivenza con l’uomo è impossibile, come lo era in passato. Simone, dopo alcuni giorni, non rispetta l’obbligo e subito scattano le misure cautelari: prima presso alcuni Centri di permanenza romani e poi, da dicembre, a Settingiano (Cz), a 600 km di distanza da ogni ambiente a lui familiare.
Niente libertà, dunque, ma nemmeno arresti domiciliari presso una delle famiglie che hanno più volte dichiarato la disponibilità ad accoglierlo.
Mentre Simone rimane parcheggiato in comunità, senza la possibilità di andare a scuola e senza nemmeno svolgere attività formative di alcun tipo, la ‘giustizia’ fa il suo corso.
A gennaio arriva il giorno del processo di primo grado: il PM chiede una condanna a 5 mesi e 10 giorni, la difesa chiede l’irrilevanza penale del fatto o il perdono giudiziale. La conclusione sembra vicina e la libertà a portata di mano.
Invece il giudice Domenico De Biase, del Tribunale per i Minorenni di Roma, non emette la sentenza di primo grado ma dispone una perizia psichiatrica su Simone, decidendo ancora una volta che rimanga in comunità. A tutt’oggi, nonostante Simone sia sottomisure cautelari da 4 mesi,è ancora in attesa della sentenza di primo grado.
Il pregiudizio sociale è più feroce del diritto: nel caso di Simone, infatti, vi è un evidente abuso delle misure cautelari.
La legge prevede infatti che – con una pena inferiore ai 2 anni, qualora ci sia condanna (per Simone sono stati chiesti ‘solo’ 5 mesi e 10 giorni – tali misure non possano essere applicate.
"Un caso gravissimo di abuso della misura cautelare – dice l’avvocato Romeo – poiché la permanenza di Simone nella comunità per minori equivale a tutti gli effetti agli arresti domiciliari, ad una condizione di privazione della libertà personale, che per la nostra costituzione è un principio inviolabile".
"Dopo le assurde misure cautelari – dicono gli amici - adesso chiedono anche la perizia psichiatrica, imponendo che questa si svolga a Catanzaro, in contesto tutt’altro che positivo per Simone, che da 4 mesi sta vivendo un inferno e che è anche stato sottoposto a una cura con psicofarmaci. Se dovessero dichiararlo incapace di intendere e volere sarebbe privato, anche al prossimo compimento dei 18 anni (a luglio), di ogni facoltà di scelta sulla propria vita. Tutto questo, vogliamo ripetere ancora una volta, per un concatenarsi di assurdi pregiudizi di tipo sociale, che investono la sua situazione familiare e gli ambienti da lui frequentati, evidentemente non condivisi da chi chiede di dichiararlo, sostanzialmente, un pazzo".
L’ultima novità nel caso di Simone risale 10 giorni fa: il Tribunale della Libertà dei Minori, al quale erano state avanzate le richieste di scarcerazione e di domicilio presso una famiglia, pur avendo 5 giorni a disposizione decide in 24 ore: nessuna libertà né collocamento in famiglia, Simone deve rimanere a Catanzaro, dove si trova tutt’ora in attesa degli esiti della perizia psichiatrica.
"I magistrati – commenta l’avvocato - proprio per impedire che il ragazzo abbia contatti con gli amici hanno emesso l'ordinanza che lo ha relegato in una struttura a Catanzaro. La misura adottata dai giudici del Riesame,poi, non sarebbe stata presa nemmeno per un maggiorenne".
INFORMAZIONI:
www.tanaliberitutti.blogspot.com
Tel 3314120469

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