Stato di diritto o orrore di stato
Lo scorso 8 Ottobre un diciassettenne di nome Simone è stato fermato dai carabinieri, nella periferia romana, e portato in caserma perché aveva con se 3 grammi di hascish (ma con il solo principio attivo pari a 0,30 grammi, sì e no un paio di spinelli). Accusato di detenzione e spaccio, dopo pressioni fisiche e psicologiche Simone ammette le accuse, per uscire e tornare ai suoi affetti (dalla sua ragazza e dai suoi amici). Sapendo che il reato contestato prevedeva una pena inferiore ai 2 anni di reclusione e che era incensurato, Simone credeva che la pena sarebbe stata sospesa. Ma così non è stato per i suoi aguzzini che hanno continuato a recluderlo in un C.P.A. di Roma, non per reati ma per la sua condizione sociale e familiare. La valutazione non è, infatti, avvenuta su atti o irregolarità ma sulle problematiche di chi gli è attorno, in primis dell padre, con problemi legali e psichiatrici, e contestandogli gli ambienti da lui frequentati. Quindi considerandolo pregiudizialmente “instabile di mente” a dicembre viene deportato al C.P.M. di Settingiano (Catanzaro) a 600 kilometri di distanza da Roma dove viene sottoposto a terapie con l’uso di psicofarmaci e tenuto per mesi a Catanzaro, isolato e lontano dai suoi affetti. Il 23 marzo Simone viene rimessso in libertà e quindi può tornare a Roma. Una persecuzione ai danni di un minorenne che non si è ancora conclusa. Infatti il 19 Maggio in tribunale ci sarà la sentenza di primo grado dopo mesi di attesa, reclusione e deportazione. Nella prima udienza, sospesa dal giudice per effettuare una perizia psichiatrica su Simone, il P.M. aveva richiesto 5 mesi e 10 giorni di pena. Dal momento dell’arresto (8 Ottobre) ad oggi (19 Maggio) quanti mesi sono trascorsi? Molti! La persecuzione di Simone è conclusa? Di fronte a una società che produce con facilità “criminali” per mantenere grassi burocrati, giudici, psichiatri, assistenti sociali per far digerire a tutti uno stato di polizia, abbiamo qualche dubbio che questa vicenda si sia felicemente conclusa: Simone rischia un percorso terapeutico psichiatrico riabilitativo.
Noi pretendiamo Simone libero, libero di poter lavorare e studiare come sta facendo nella città in cui è nato e ha costruito le sue relazioni sociali e i suoi affetti cosa che gli è stata negata in questi mesi di reclusione. Per vedere sempre il Simone che conosciamo libero di passeggiare nella sua città senza restrizioni e marchi infamanti in questi mesi ci siamo mobilitati e abbiamo lottato. Simone ha già ampiamente pagato con questi mesi di detenzione in strutture sociali per lui (in)adeguate secondo l’imposizione data dai servizi sociali: prassi terapeutiche obbligate. Il parcheggio sociale mentalmente riabilitante. Simone deve essere libero subito!! Invitiamo tutti coloro che sbigottiti da questa vicenda singolare non sopportano la coercizione imposta da burrocrati viziati dal bigottismo catto-freudiano a solidarizzare con noi al presidio del 19 maggio davanti al Tribunale dei minori Via dei Bresciani alle ore 9:00.
LIBERI TUTTI!
SIMONE LIBERO
sabato 16 maggio 2009
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1 commento:
è possibile avere qualche informazione maggiore?il C.P.A. non è il Centro di Prima Accoglienza per gli immigrati?il C.P.M cos'è? il percorso terapeutico psichiatrico riabilitativo non è la prassi che fanno tutti quelli a cui trovano un pò di fumo in tasca? grazie! ciao!!
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