domenica 30 gennaio 2011

SORELLE D'EGITTO

Noi "aiuteremo" veramente le donne islamiche nella comune battaglia contro il "burqa" asfissiante dell’imperialismo e per l’emancipazione da ogni costume reazionario che preserva e perpetua l’oppressione della donna. Noi saremo veramente al fianco delle donne arabo-islamiche quando esse potranno vedere qui in Occidente non solo eserciti aggressori e repressione poliziesca ma anche un movimento di oppresse e sfruttati che lottano contro di essi. E così facendo potremo iniziare ad imporre la nostra voce anche ai nostri uomini, contro i loro miseri privilegi, catene sociali per gli stessi sfruttati di sesso maschile.

La storia ci insegna che, pur indossando il velo, le donne islamiche non hanno esitato a partecipare in prima fila alla lotta contro l’imperialismo, portando avanti al tempo stesso la battaglia per la propria emancipazione, e nella lotta hanno iniziato a togliere il velo come conquista della rivoluzione sociale, anti-coloniale e anti-imperialista
Se qui noi sapremo fare fino in fondo la nostra parte, esse continueranno con vigore la battaglia e, quando toglieranno di nuovo il velo, non sarà certo per concedersi da vinte ai padroni occidentali -come i "liberatori" agognano inutilmente da sempre-, ma per saldare il conto alla dominazione imperialista e all’oppressione della società patriarcale, con le sue odiose derivazioni.
Le donne dei popoli oppressi e le donne dell’Occidente troveranno la loro vera liberazione battendosi insieme e insieme ai propri fratelli di classe uomini per una nuova comunità umana, liberata da ogni distinzione di classe, di razza, di sesso.
Le donne africane, le donne arabe, le donne palestinesi ,tutte queste donne, come tutte le altre donne di mondi altri, hanno davanti a loro cambiamenti, e lo sanno. Perchè il futuro è nel cambiamento di condizione delle donne, la civiltà di un paese si qualifica sulla condizione che in quel paese vive la donna che lo abita e queste donne sanno che hanno bisogno di elevare la qualità di vita dei loro paesi, e lo sanno anche i loro uomini, anche se secoli di tradizioni faticano a far prendere la strada, a far camminare i sogni, che diventano così obiettivi.
Noi donne di questo nostro paese abbiamo camminato sogni, abbiamo raggiunto obiettivi, e non è passato così tanto tempo, le date parlano chiaro, votiamo dal 1946, il nuovo diritto di famiglia del 1994, la legge sulla violenza sessuale che ci riconosce come corpo, non più come oggetto turbativa della morale pubblica è del 1997e in mezzo ci sono divorzio e legge sulla tutela della maternità
Abbiamo camminato tanti sogni, ora qualcuno li sta calpestando ... non permettiamolo, riprendiamoci la nostra dignità di donne, che non significa rinunciare alla libertà del corpo, ma non permettere che il corpo sia oggetto di bieca mercificazione che viene confusa con falsa libertà.
Abbiamo tutti gli strumenti per poterlo fare, le nostre sorelle di altri mondi ne hanno molto meno .... uniamoci in un cerchio simbolico per scambiare i saperi e crescere in questi saperi, tutte e tutti.


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