sabato 29 gennaio 2011

Un giorno di lotta

Manifestazione per le vie del centro, oggi a Roma, indetta dai Cobas che aderiscono allo sciopero dei metalmeccanici della Fiom Cgil. A sfilare in corteo da Piazza della Repubblica a Piazza Venezia insieme ai Cobas anche diverse organizzazioni studentesche.
SCIOPERO unitario CONTRO LE BUFFONATE PARLAMENTARI E ISTITUZIONALI di Destra E Di siNistra.
Solo la Lotta paga!
Con unitario non intendiamo che le posizioni nostre sono affini a tutte le realtà che vi partecipano, ma va inteso come unione tra studenti e lavoratori nella lotta contro il sistema balordo e tutti i suoi figli e aguzzini, per dimettersi dall'essere sudditi e tornare ad alzare la testa.

Cortei in 18 città, un grande livello di adesione dei lavoratori. La giornata di scioperi del 28 gennaio, tra manifestazioni della Fiom e mobilitazioni del sindacalismo di base, aveva tutte le caratteristiche per fare notizia, soprattutto considerando l'unione con gli studenti italiani come un segnale di desiderio di cambiamento.
E' stata invece ignorata completamente dai mass media, mentre da dove meno ce lo aspettavamo è arrivata una grande lezione che non può, non deve essere ignorata.



Purtroppo ancora troppo imbevuto di islam retrogrado, ma desideroso di libertà vera, condivisa da tutti, l'Egitto ieri ha alzato la testa. Speriamo di vedere una nuova alba sorgere per tutti e magari proprio da quei paesi che giudicavamo più arretrati e sopiti alla democrazia. Noi possiamo sostenere a distanza, e tenere le orecchie aperte e il cervello attaccato, per aiutarli come possiamo, da questo nostro sfigato paese, che si trastulla indegnamente in polveroni zoccoleschi, che non interessano a nessuno, mentre il mondo corre veloce, verso obiettivi ideali e mentre altri popoli, soffrono per guadagnarsi ciò che noi potremmo avere già. Noi che siamo anestetizzati, in gran parte, succubi delle storie che il giullare ci ha venduto in questi anni, possiamo finalmente svegliarci e capire, guardando a sudest, più o meno dove sorge il sole ogni mattina.
Così finisce che importiamo modalità e sperimentazioni di dignità da inaspettati maestri, in un’asse simbolica che ci piace guardare dal davanzale frustrato della nostra appartenenza al mondo. La gente del Cairo, l’esercito che si “consegna” allegoricamente, la protesta per il pane che assume il senso e la volontà di un’azione per abbattere un regime, vogliamo vederli in un unico contesto globale insieme agli operai in piazza ieri e agli studenti che reclamano futuro e alle donne offese e agli uomini ingiuriati di questo nostro Paese che il bisogno non ha ancora affrancato dalla servitù morale, ma che presto provvederà temo a svegliare bruscamente.
Un grosso schiaffo ieri al capitalismo che pare cominciare a svanire davanti alla sua impossibilità di rompere la spirale della storia che ruota intorno all’intollerabile ineguaglianza, insopportabile per chi si trova dalla parte sbagliata, una parte che geograficamente e moralmente si estende sempre di più. Dimostrando che è impossibile consolidare la libertà dei più forti limitando quella dei meno forti, non possiamo più ignorare che la schiavitù finora sapientemente distribuita e mediaticamente occultata sta per diffondersi secondo nuove terribili e inattese regole distributive.
Questo non deve succedere e la dignità d'Egitto ieri ci ha dato un fiero esempio di come impedirlo, perchè il popolo unito fa paura e questo non va dimenticato mai!

La preghiera di una ragazzo egiziano dal web:

I pray for the Egyptian people to buld a free and democratic Egypt. That they will separate religion from the state in order to lead the way for the rest of the Arab world, which is destined for true and much needed changes.

Prego che il popolo egiziano sappia costruire un Egitto libero e democratico,separando la politica dalla religione e che possa essere di esempio a tutto il mondo Arabo che è destinato a grandi e veri cambiamenti.

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